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“La guerra di Andrea”– Intervista al quotidiano Il Golfo

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Legge Anti-corruzione? Fumo negli occhi. Le grandi opere? Inutili e terreno fertile del malaffare. Il Pd? Guai a fidarsi. Caso Ferrandino ? Sepolto dall’ironia. Andrea D ‘Ambra non risparmia nessuno in questa intervista al quotidiano “Il Golfo”

ISCHIA. E’ stato il promotore di una petizione per abolire i costi di ricarica delle schede telefoniche, anomalia tutta italiana oggi finalmente cancellata. Fondatore dell’Associazione dei Consumatori “Generazione Attiva”, attivista della prima ora del movimento fondato da Beppe Grillo, blogger per “Il Fatto quotidiano”. Andrea D’Ambra, di Forio, classe 1983, laurea in Scienze Politiche (con tesi in Diritto dell’Unione Europea), è stato in questi anni autore di numerose denunce all’Antitrust e alla Commissione Europea. Spirito caparbio e battagliero, con esperienze professionali che lo hanno portato a vivere per lunghi periodi all’estero, ma sempre attento al-le vicende della politica locale (è stato candidato sindaco del comune di Forio), insieme con gli amici del M5S Isola d’Ischia, con cui si è impegnato soprattutto in temi come l’ambiente e il trasporto pubblico. La distanza fisica dall’isola non ha allontanato il 31enne foriano dalle battaglie più accese e urgenti condotte dalla formazione politica di cui ha fatto parte. A partire dal diritto alla legalità e alla lotta contro il malaffare Dentro e fuori il Parlamento.

Il Golfo: “Sembra in dirittura d’arrivo una legge Anti-corruzione. Normativa molto attesa dall’opinione pubblica ma che non manca di suscitare perplessità. Il M5S, di cui ha fatto parte per lungo tempo, ha consultato gli iscritti e la risposta della Rete è stato “no”. I senatori hanno quindi votato contro, nonostante gli emendamenti e un lungo lavoro svolto in commissione. E’ stata un’occasione persa?”

AD: «La nuova normativa rappresenta solo un timido passo in avanti, ma è sempre poca cosa rispetto a quello che si potrebbe e dovrebbe fare. Siamo anni indietro rispetto alle norme che regolano la corruzione negli altri paesi. In Francia, ad esempio. Del Partito Democratico, poi, non c’è da fidarsi». Cosa non la convince in particolare? «La legge anti-corruzione è fumo negli occhi. Il problema principale è la prescrizione. Si possono inasprire le pene quanto si vuole, ma se sappiamo che, al contrario di quanto avviene altrove, la prescrizione non si ferma con il rinvio a giudizio, corrotti e corruttori sanno già di farla franca e non pagheranno mai i conti con la giustizia. Di solito hanno il miglior pool di avvocati, che rinviano i processi con cavilli, scuse e quant’altro, arrivando a un punto in cui il reato finisce in prescrizione. Risultato? I colpevoli non verranno mai puniti».

Il Golfo: Il Paese punta molto sulla questione delle grandi opere e delle infrastrutture per colmare il gap fra l’Italia, che cresce poco, e altri paesi europei, in crescita più decisa. Arriveranno miliardi di euro, in parte dalla BCE e in parte dai programmi di sostegno dell’Unione Europea. L’Italia è un paese molto fragile in merito alla gestione delle risorse pubbliche; come si può lavorare per evitare che accada il peggio?

AD: «Bisogna garantire lo Stato di diritto. Come? Chi commette un reato, deve essere sanzionato, quindi pene severe, che devono essere scontate. Bisogna arrivare alla condanna di chi si impossessa di queste risorse per fini fraudolenti. Se siamo il paese più corrotto d’Europa, come risulta dalle ricerche che vengono pubblicate ogni anno, dobbiamo concentrarci su questi problemi, prima di pensare di lanciare grandi opere. Abbiamo una ragnatela tale di malaffare e di corruzione, a tutti i livelli, che bisognerebbe fare tabula rasa. In Italia il malaffare è ovunque, garantito dai piani alti».

Il Golfo: Il giudice Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione, ha dichiarato che l’Italia sta facendo più di quante appare.

AD: «Un’opinione che non condivido. Ricoprendo quel ruolo, non può certo dire diversamente, sarebbe un autogol. Se abbiamo bisogno di un autorità per risolvere ogni problema, significa che non siamo capaci di risolverli con gli strumenti ordinari, come avviene altrove. Negli altri paesi non esistono autorità speciali. E’ il governo degli annunci, degli spot, del fumo: si crea un ‘Authority, si distribuiscono stipendi, ma nel concreto? Non vedo questi grandi risultati…».

Il Golfo: Veniamo al Caso “Ischia”. Esiste una differenza tra le intercettazioni in cui si parla del vino di D’Alema e quelle che tirano in ballo gli orologi Rolex per il figlio dell’ex ministro Maurizio Lupi, entrambi — ricordiamolo — nemmeno indagati?

AD: «Queste intercettazioni creano una profonda inquietudine, poiché confermano che c’è qualcosa che non va nel sistema politico italiano. Ci sono frequentazioni, rapporti, amicizie che non ci dovrebbero essere. Nel caso dei vini di D’Alema, davvero non credo che la Cpl Concordia acquistasse migliaia di bottiglie di vino perché classificato tra i migliori prodotti dalle guide vinicoli più autorevoli. Con tutti i collegamenti che sono venuti fuori, con tutto quello che conosciamo riguardo la storia delle cooperative, con tutte le inchieste che sono state condotte in questi anni, penso che certe relazioni, certi rapporti tra politica e imprenditoria non avrebbero ragione d’essere. E ‘vero Massimo D’Alema non ha più incarichi di Governo, ma è comunque un personaggio di spessore del Partito Democratico, stava per diventare Commissario Europeo ed è ingenuo pensare che certi favori dell’imprenditoria e dell’economia venissero fatti senza sperare di ricevere qualcosa in cambio».

Il Golfo: Una valutazione politica sulla revoca delle dimissioni del sindaco di Ischia Giosi Ferrandino.

AD: «Sono cose che succedono solo in Italia. Altrove, quando una persona annuncia le dimissioni, le rispetta. Ho vissuto anche all’estero, non ho mai visto un politico o personaggio pubblico che dà le dimissioni, poi revocate o respinte da qualcun altro, e non è questo il nostro caso, o ritirate dalla stessa persona, come avvenuto nel caso di Ferrandino. L’ennesima occasione per ridere della cosa pubblica italiana»

Il Golfo: “Bisognava evitare il commissariamento del comune, i danni irreversibili alla comunità in un momento di grave difficoltà economica.”

AD: «Non dubito che Giosi Ferrandino abbia come unico obiettivo il bene pubblico, lo ha dimostrato fino a oggi. I risultati raggiunti nel comune di Ischia sono sotto gli occhi di tutti, come i benefici che ha reso alla comunità. Cosa vuole che le dica? Speriamo continui così».

Il Golfo del 25 Aprile 2015


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